Energia Nucleare: in che modo influisce sull’ambiente?

l'energia nucleare - ambiente - foto1

L’energia nucleare è al centro del dibattito energetico contemporaneo. Alcuni, infatti, la ritengono una possibile soluzione alla crescente domanda di energia pulita. Una alternativa che si pone in netta contrapposizione all’energia prodotta da impianti che causano importanti emissioni di CO2. L’energia nucleare, tuttavia, non è una fonte energetica completamente pulita. gli effetti diretti e dei suoi prodotti di scarto sull’ambiente infatti, necessitano di una serie di approfondite valutazioni, soprattutto nella fase progettuale, che precede la la costruzione di nuove centrali.

 

Primo tema: le emissioni anidride carbonica

Alcuni ritengono che l’energia nucleare sia una fonte di energia pulita, in quanto le centrali non rilasciano anidride carbonica nell’atmosfera. Sebbene questa affermazione sia veritiera, nel contempo può risultare ingannevole. Eccone spiegato il motivo: le centrali nucleari non emettono CO2 durante le operazioni di routine. Tuttavia gli impianti rilasciano quantità elevate di questo gas serra durante lo svolgimento delle attività strettamente legate al loro funzionamento, (per non parlare di tutto il processo di costruzione). Il combustibile impiegato nelle centrali è l’uranio, la cui estrazione provoca un’emissione elevata di anidride carbonica. E’ poi il trasporto dei materiali radioattivi e delle scorie, ad intensificare ulteriormente queste emissioni.

 

L’energia nucleare e il “problema radiazioni”

Le centrali nucleari emettono costantemente nell’ambiente e nelle zone circostanti un basso livello di radiazioni. Il dibattito sugli effetti causati da queste radiazioni è tuttora molto acceso. Tra gli studiosi e gli scienziati ci sono ancora delle divergenze di opinioni dovute a dati differenti. Alcuni autorevoli studi tuttavia, hanno registrato un incremento dei casi di cancro negli individui residenti nei pressi di una centrale nucleare. Un dato che va a supporto dell’ evidenza scientifica che sottolinea come l’esposizione a lungo termine alle radiazioni, causi danni al DNA. L’entità effettiva dei danni provocati dal basso livello di radiazioni sulla fauna e sulle piante e sullo strato dell’ozono tuttavia, non è ancora stata determinata. Sempre più ricerche mirano a comprendere chiaramente quali siano i pericoli e le conseguenze di un’esposizione prolungata ad un basso livello di radiazioni. La mole di dati a disposizione è sempre crescente, e i risultati di ogni ricerca portano a trarre conclusioni sempre più articolate.

Rifiuti radioattivi: una questione “da gestire”

I rifiuti radioattivi destano grande preoccupazione. Questi, infatti, possono rimanere attivi per centinaia di migliaia di anni e costituire di conseguenza un serio problema. Ad oggi, la gran parte dei rifiuti radioattivi viene stoccata all’interno degli stessi impianti. A breve tuttavia si porrà un problema di spazio. Sarà quindi necessario trovare un luogo in cui radunare le scorie, quand’anche una soluzione per renderle inerti. Una possibile via da percorrere sembra quella di sotterrare i rifiuti radioattivi in luoghi isolati e non popolati. Questa strada non convince gli addetti del settore, che esprimono costantemente numerose riserve in merito a questa possibile soluzione. La prima di queste riguarda il trasporto stesso dei rifiuti: cosa succederebbe in caso di incidente e, quindi, di possibile fuoriuscita di materiale radioattivo? La seconda, invece, pone l’attenzione sullo stesso interramento dei rifiuti: le casse che andrebbero a custodire le scorie, si deteriorerebbero una volta poste sotto terra? Se si, in che misura? Se ciò si verificasse, cosa accadrebbe? Le soluzioni al momento scarseggiano. Inoltre, come precedentemente accennato, i sistemi di gestione già presenti, sembrano non convincere in alcun modo la comunità scientifica internazionale. Alcuni studiosi, infatti, affermano che costruire ulteriori impianti nucleari potrebbe tradursi tra qualche anno in un pericolo imminente per la nostra salute e quella dell’ambiente

 

I sistemi di raffreddamento delle centrali nucleari

I sistemi di raffreddamento impediscono alle centrali nucleari di surriscaldarsi eccessivamente. Esistono anche in questo caso due principali preoccupazioni per l’ambiente. La prima riguarda la fauna marina. L’acqua per gli impianti di raffreddamento viene presa in grandi volumi direttamente da fiumi e mari. Così facendo si rischia di catturare inavvertitamente e di uccidere molti pesci ed organismi viventi. La seconda preoccupazione è la re-immissione dell’acqua nel suo ambiente originario in seguito all’adempimento delle sue funzioni di raffreddamento. Infatti, l’acqua che viene reintrodotta ha un temperatura più elevata di quando è stata prelevata, provocando la morte di specie marine e di pesci particolarmente sensibili alle variazioni di temperature.

 

Incidenti nucleari e altri tipi di minacce

Secondo alcuni gruppi di scienziati, non sempre vengono messe in atto misure necessarie a garantire la sicurezza all’interno delle centrali nucleari. Quando queste sono presenti e seguite da chiunque operi all’interno della centrale, non vi è comunque completa sicurezza, e soprattutto è impossibile determinare con certezza l’impossibilità di incidenti. Quando questi si verificano, l’ambiente circostante e gli individui presenti nella zona, subiscono una esposizione ad alti livelli di radiazioni. L’esempio più vicino ai giorni nostri, e uno dei più gravi della storia è quello della centrale nucleare di Fukushima, in Giappone. In questo caso, i reattori dell’impianto subirono danni gravi a causa di uno tsunami conseguente ad un terremoto di fortissima intensità. Esistono però anche altre minacce da non sottovalutare: quella terroristica è la principale. Spesso infatti gli impianti che sfruttano l’energia nucleare non sono protetti e pronti a fronteggiare queste particolari evenienze. 

 

Conclusioni

ciò che non è possibile confutare o mettere in dubbio, è che le fonti di energia pulita sono vitali per il mantenimento del nostro ambiente. La discussione semmai può concentrarsi sulla tipologia di energia a cui affidarsi. I sostenitori dell’energia nucleare la ritengono un modo efficace per produrre elettricità. Nondimeno la considerano facile da implementare. Chi si oppone a questo pensiero, invece, propone di sfruttare altre fonti, ritenute più sicure e certamente dal minor potenziale inquinante: le energie rinnovabili. Queste ultime, ad oggi, rappresentano la via migliore per permettere la salvaguardia del nostro ambiente, della nostra atmosfera e delle risorse naturali. Il solare, l’eolico, l’idroelettrico e il geotermico sono i quattro settori che rappresentano le più valide alternative alle fonti energetiche tradizionali. Una soluzione diversa, rispetto all’impiego dei combustibili fossili o dell’energia nucleare, sia su piccola che su larga scala. 

SCEGLI ANCHE TU LE ENERGIE RINNOVABILI