Un aspetto che molto spesso non viene sottolineato quando si parla di impianti fotovoltaici su terreni agricoli, è il loro utilizzo in ottica di generazione di valore (anche e soprattutto non economico)
IMPIANTI FOTOVOLTAICI SU TERRENI AGRICOLI: UN’OPPORTUNITA’ PER TUTTI
Generare energia solare su terreni agricoli, siano essi inutilizzati o già messi a coltura, rappresenta una grande opportunità per le attività economiche. Tali spazi infatti, possono essere valorizzati grazie all’installazione
di un impianto fotovoltaico di tipo “agrisolare“, senza perdere la loro destinazione d’uso. La ragione che spinge a questo tipo di valorizzazione è presto detta, e si basa sull’utilità che gli impianti fotovoltaici possono
portare ai terreni agricoli, sia in termini di valorizzazione dei suoli che delle singole attività economiche.
Le specifiche tecniche che regolano la costruzione di impianti di tipo agri-solare è molto stringente. secondo le ultime indicazioni l’altezza dell’installazione dei moduli può essere diversa in base all’utilizzo riservato
per lo specifico terreno. Se parliamo ad esempio di un pascolo per bestiame le strutture devono avere una altezza di almeno 1,30 m. Se invece parliamo di terreni riservati a colture che necessitano di ampio
utilizzo di suolo (cosiddette estensive), l’altezza minima non può essere inferiore a 2,10 m, che sale a più del doppio (4,50 m) per quelli riservati a frutticoltura e viticoltura. sembrano distinzioni dettate solamente
da fattori costruttivi, invece parliamo di dati che impattano realmente sulla qualità sia dei prodotti agricoli, che sulla quantità di energia generata dagli impianti. Le evidenze in questo caso sono piuttosto chiare, e
diventano inequivocabili quando sono le mappe a mostrare l’alto potenziale agrivoltaico di tutta l’area della Pianura Padana, della dorsale adriatica e delle isole maggiori. Il nostro paese insomma, “brilla” per possibilità
di investimento in agrivoltaico.
IMPIANTI FOTOVOLTAICI SU TERRENI AGRICOLI: OCCHIO AL GREENWASHING
L’opportunità rappresentata da questa tipologia di fotovoltaico, presenta purtroppo un rischio intrinseco più consistente delle altre. Parliamo dei tentativi di “greenwashing”. Pratica adottata da chi con intenzioni
tutt’altro che ecologiche, copre attività impattanti dal punto di vista ambientale con narrazioni incoerenti. Questa condotta eticamente riprovevole (e ora anche rilevante dal punto di vista penale), rende il percorso di chi
cerca di costruire la propria identità di impresa, molto complesso. La difficoltà aumenta se a risentire degli effetti di questa pratica sono proprio quelle realtà attive nel settore delle energie rinnovabili.
Il tema che oggi si definisce con l’acronimo ESG (environmental and social governance),non è infatti di facile approfondimento, soprattutto in un mondo dove si è sempre più attenti all’analisi di ogni parola.
Gestire questo tipo di messaggi nel 2025 fa spesso correre il rischio di fare il passo più lungo della gamba, cercando di rendere la propria narrazione migliore di quella dei competitors. L’obbiettivo è emergere in
mezzo ad un mercato sempre più affollato, e non comunicare co toni sensazionalistici o tramite l’utilizzo di “grandi annunci”, equivale a sparire, inghiottiti dal “brusio di fondo”. Ma a tutto questo c’è un rimedio
semplice, e il tema che trattiamo oggi è perfetto per approfondire questa soluzione.
AGRIVOLTAICO: UNA TECNOLOGIA COMPLESSA NATA PER SEMPLIFICARE
La tecnologia agri-voltaica rappresenta una innovazione di alto valore tecnologico. Un valore che diventa sempre più strategico mano a mano che la comunicazione sul tema si approfondisce. tuttavia se prendiamo in
considerazione solamente il suo scopo principale, tutto ci appare più chiaro. Quell’insieme apparentemente così complesso e articolato di cavi, strutture metalliche, “wafer” di silicio, e circuiti, in realtà lavora per uno
scopo molto semplice. Generare energia elettrica, magari anche in regime di condivisione, come dimostra il modello vincente rappresentato dalle CER. Una motivazione semplice per un impegno molto importante in
termini di tecnologia utilizzata e quantità di lavoro per metterla in opera.
Questa tecnologia non è solo meno complessa da comprendere di quello che ci si aspetterebbe. Nasce anche per rendere la vita più semplice a tutti coloro che ne sfruttano il potenziale. utilizzare il fotovoltaico, anche
nella sua applicazione agri-voltaica, permette di avere accesso ad energia pulita, rinnovabile e utilizzabile direttamente per le necessità della propria attività economica. La sostenibilità degli investimenti in sistemi che
generano energia fotovoltaica, è certificata da diversi organismi governativi (anche internazionali). per rendere strutturale la loro realizzazione serve un cambio di rotta sia dal punto di vista legislativo, che nella
sensibilità collettiva.
VERSO UNA AGRICOLTURA RINNOVABILE
L’obbiettivo 2030 è sempre più vicino, in termini temporali… in termini di risultati il lavoro da fare è ancora decisamente tanto. Alcuni passi in avanti sul tema agrivoltaico sono stati fatti, la maggior parte riguardano
attività di “awareness“, perché senza consapevolezza sul tema non è possibile costruire un percorso condiviso verso il raggiungimento degli obbiettivi. Sappiamo quanto una piena de-carbonizzazione delle attività
economiche non sia fattibile nel breve-medio periodo, ma siamo altrettanto convinti che questo obbiettivo sia raggiungibile grazie a visione e programmazione. Il mito dell’incompatibilità fra investimenti ESG e crescita
economica è ancora molto diffuso, lo vediamo ogni volta che parliamo con potenziali clienti, che mostrano iniziale scetticismo spinti da questo convincimento. Il compito di noi attori del settore risulta ancora una volta
fondamentale. Costruire legami che durano nel tempo è il primo passo; sarà poi necessario orientare queste relazioni non solo ad obbiettivi commerciali, ma anche verso una diffusione di cultura rinnovabile.
Solamente in questo modo il settore agricolo sarà in grado di diventare totalmente rinnovabile producendo #energiaallaportataditutti